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"Di qui e d'altrove": la storia della doppia emigrazione del cantautore italo - uruguaiano Angel Luis Galzerano

                                                                                                                    










"Talvolta, quando vedo un bambino che gioca mi ritrovo, tutto ad un tratto, nel mio vecchio quartiere, un quartiere operaio della periferia di Montevideo. Lo chiamavano con diversi nomi: per i più generosi era La cruz de Carrasco o Jardines de Carrasco, per gli ironici El barrio de la humedad (il quartiere dell'umidità...)
Questo nome era dovuto al fatto che il quartiere si allagava anche se pioveva per pochi giorni...Molti dei suoi abitanti erano italiani o di origine italiana e forse per questo motivo le sue strade avevano il nome di località italiane: calle Salerno, Verona, Etna, Agrigento, Avenida Italia...
Avenida Italia era la linea di confine tra noi e Carrasco, ricco quartiere di lussuose ville e di verdi giardini. Noi avevamo tutto ciò che può offrire un barrio e forse di più: un campo di calcio, una bottega di generi alimentari, due fermate d'autobus, un bellissimo parco (El parque Rivera) con un lago e quattro piccole isole e larghe strade alberate che conducevano al mare.
Forse però, gli elementi più caratteristici erano i suoi abitanti che si portavano addosso molte peculiarità della loro nazione d'origine.
C'era Franco che ogni domenica mattina metteva alla sua finestra le casse dello stereo per far sentire musica italiana ai vicini, i quali gradivano molto questo ascolto collettivo. C'era Amerigo che d'estate faceva il gelato e, per la gioia di noi bambini, ci invitava a dividerlo con lui; c'era Vittoria, anziana signora dai capelli argentati, che era sua madre e un po' anche la nostra ed era piena d'affetto verso tutti noi..." E' iniziato così, l'altro ieri il reading interpretato da Gerardo Ferrara di radio Press, voce narrante e percussioni, e Angel Luis Galzerano, tratto dal libro biografico di quest'ultimo, "Di qui e d'altrove. Fotostoria di un'emigrazione".
Un tuffo nella Montevideo meta delle ultime grandi emigrazioni del Sud Italia degli anni '50. 
L'autore, cantautore e musicista, ripercorre anche grazie alla musica della sua chitarra e dell'armonica, gli anni dell'infanzia in quella fetta di Belpaese olteroceano. Un'Italia di operai, che lavoravano da mattina a sera senza interruzione perché i loro figli potessero mangiare e a casa non mancasse mai il sole.
Tanti di loro come Angelina, figura femminile presa ad esempio delle tante, tantissime donne emigrate, hanno conservato per molto tempo le valigie di cartone, forse con la speranza di ritornare appena possibile...una speranza che è sempre rimasta tale, solo speranza.
Un libro che non è semplicemente un racconto di vita, ma molto di più...è la voce di tantissimi dei nostri emigrati...e noi li sentiamo attraverso i loro dialetti interpretati magistralmente da Gerardo Ferrara: sono campani, come Galzerano, salernitano d'origine; calabresi; siciliani. Oltre alla valigia di cartone legata con lo spago hanno portato con sè i profumi di una terra che difficilmente potranno rivedere, i dialetti, il sole, il mare... Un mare che c'è, c'è sempre grazie all'ocean drum (il tamburo in grado di riprodurne il suono). Non mancano la pioggia, (bastone della pioggia), le campanine, che permettono di passare da  un paesaggio all'altro, la tammura, i tamburi a cornice, lo shaker.
Sono tanti i suoni che questi emigrati portano con sé quando s'imbarcano per l'America. Tra tutti il più importante è forse quello del mare, simbolo del viaggio verso la terra che dovrebbe cambiare loro la vita, la terra del benessere, della ricchezza...un viaggio che Galzerano subisce come figlio di emigrati, nato a Montevideo, lui che si definisce Bresciano del Sud America, visto che oggi abita a Franciacorta dopo aver ripercorso il viaggio al contrario: due volte emigrante. 
Ritorna a Campora, paese d'origine dei suoi genitori, negli anni ottanta, incuriosito e attirato dalle sue radici, che no, non si possono dimenticare. Poi per una serie di circostanze si trasferisce nel Nord Italia. Montevideo, Campora, Bari, Bolzano, Brescia. Il viaggio è sempre il centro di tutto: sia quando i suoi genitori s'imbarcano negli anni '50 per l'America, sia quando tanti anni dopo sarà a lui a prendere l'aereo, con lo stratagemma del servizio militare, per l'Italia.
Il reading si è svolto al Manamanà di Cagliari nell'ambito degli incontri organizzati dal circolo dei lettori Miele amaro. Presenti, tra gli altri, il presidente dell'associazione, Gianni Stocchino e il poeta Giuseppe Boi, che è intervenuto con la sua poesia "Il vecchio lungo il fiume" ".
                                                                                                                                          Giulia Marcias



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